Il viaggio di luglio 2015

L’entusiasmo dei bambini e la consapevolezza di rispondere a un bisogno vero. La fatica di affrontare le lungaggini burocratiche di un paese straniero e le incomprensioni, inevitabili, di quando si mettono insieme tante teste in vista di un obiettivo comune.

È stato un viaggio a due facce quello di luglio, per Senegol. Intenso, arricchente. E difficile, inutile negarlo. Ma utile. Il centro polifunzionale di Gandon è sempre più vicino.

Grazie a questo viaggio del nostro presidente Doudou e di Paolo  abbiamo  trovato l’azienda costruttrice con cui completare i lavori del centro: la costruzione di spogliatoi, classi, spazi multifunzionali e bagni con i fondi raccolti grazie alla Maratona di Milano del 2014.

È con Pape Pouye che i nostri architetti e ingegneri Margherita, Sara e Matteo lavoreranno a distanza, per spostare dalla carta e i disegni, il centro polifunzionale di Gandon.

La missione ha poi confermato un ingresso cruciale in Senegol: Nalla. Per la prima volta un abitante di Gandon, un insegnante, entrato in contatto con la nostra associazione grazie a parenti che vivono in Italia, ha cominciato a coinvolgere i bambini di Gandon e la daara del villaggio al nostro campo. Così sarà anche più facile relazionarci con il Comune.

Naturalmente, non è potuto mancare un torneo. Ogni volta, la dimostrazione che il terreno, il centro, e l’insieme degli attori locali hanno un fortissimo potenziale. Andiamo avanti.

Abbiamo anche vissuto gli ultimi giorni di Ramadan la festa della Korité (in arabo, id al-fitr) che segna la fine del mese di digiuno per i musulmani, che in Senegal rappresentano la netta maggioranza. Paolo ne ha parlato qui: http://www.qcodemag.it/2015/08/01/korite-nelle-banlieues/

Tutte le foto del viaggio, si trovano qui.

A prestissimo

i volontari e le volontarie di Senegol

Il viaggio di novembre 2014

Dopo il grande sforzo della Maratona, con in banca i soldi necessari per l’avvio dei lavori, e in tasca il progetto più dettagliato dei nostri architetti, Bruno e Tommaso l’11 di novembre sono partiti per Dakar, prendendo dieci giorni di ferie dai rispettivi lavori. Ecco un racconto per punti, e immagini.

  • Atterrare a Dakar è subito sentire il profumo dell’Africa. Con ben 63kg di borse e borsoni, usciamo a piedi dall’aeroporto (per evitare il cartello locale di taxisti) e arriviamo alla grande rotonda, dove i taxi si prendono a prezzi di mercato. La radio suona Youssou n’Dour, il taxi potrebbe fermarsi in ogni istante, ma in 30 minuti siamo a Golf Sud, il quartiere dove abita Khiné, la sorella del nostro presidente Doudou.